Approvato il PNRR dell’Italia, in arrivo i primi 25 mld per la ripresa

L'Italia può partire con il PNRR: il Consiglio Europeo ha approvato il Piano, adesso non c'è tempo da perdere

Il PNRR nostrano è stato approvato e si può dire quanto sia un bel periodo per l’Italia. Dopo la vittoria all’Eurovision di un gruppo italiano e quella della Nazionale agli Europei di calcio, nella giornata di ieri il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato il nostro PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che consentirà al Paese di ripartire con investimenti e asset strategici di sviluppo.

Può sembrare una notizia lontana e scollegata dalla vita quotidiana – rispetto ai primi due risultati di altro ordine e settore, che emozionalmente coinvolgono sicuramente di più – ma non lo è: finalmente, dopo le difficoltà dovute e connesse alla congiuntura pandemica, il Belpaese porta a casa quello che dovrà essere “il” piano di ripresa dei prossimi anni.

Forse, possiamo essere orgogliosi anche di questo risultato, sebbene adesso sarà importante e fondamentale premere il piede sull’acceleratore e non sprecare neanche un centesimo dei fondi in arrivo, per produrre i risultati sperati dal PNRR.

Il sì al PNRR del Consiglio Europeo

Come già sappiamo, in una prima battuta il Consiglio Europeo aveva in qualche modo bocciato il nostro PNRR, non ritenuto ancora pronto in sede di approvazione dei PNRR di Grecia, Lussemburgo, Spagna, Portogallo e Danimarca. L’approvazione per il Piano di Ripresa e Resilienza Italiano avviene, quindi, contestualmente con quelli dell’Austria, Belgio, Francia, Germania, Lettonia, Portogallo e Slovacchia.

I piani sono stati approvati in blocco, senza discussione singola e capziosa, poiché il lavoro di esame era già stato fatto, in profondità, dalla Commissione e poi a livello di comitati del Consiglio.

Cosa succederà adesso? Prima della pausa estiva, fissata indicativamente a fine mese, la Commissione Europea siglerà i contratti con i dodici Paesi il cui PNRR è stato approvato ed erogherà il primo 13% di prefinanziamento. Che per noi vuol dire: stanno per arrivare i primi 25 miliardi di euro del PNRR in Italia.

Come riporta l’ADNKronos in un lancio, il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha sottolineato che

“L’Italia “è nel gruppo di testa dei Paesi Ue che per primi hanno visto approvato dal Consiglio il proprio Pnrr. Da Bruxelles arriveranno 200 mld di euro, da spendere nei prossimi cinque anni per riforme e investimenti. Con questi soldi possiamo cambiare il futuro della nostra economia, ma per riuscirci ci vuole coesione, collaborazione tra tutte le istituzioni, come la Nazionale a Wembley”.

Il Ministro al MEF Daniele Franco, dal canto suo, sostiene che

“bisogna ricordarsi che nel 2020 l’Italia ha perso, a causa della pandemia, quasi il 9% del PIL. All’appello mancano quattro punti (…)iI livelli di Pil precrisi verranno recuperati, solo nel terzo trimestre del 2022. E quindi, è vero che eventi come la vittoria degli Azzurri a Wembley possono contribuire a ridare fiducia, un fattore che in economia conta. Il trionfo londinese si accompagna ad altre ottime prove date da italiani nello sport e nella musica, tutti segni di “dinamismo” e di “vitalità” che sarebbe bene che si estendessero anche alla sfera economica” .

Dal punto di vista dell’Eurozona, la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ricorda che quello dell’Italia è “un piano senza precedenti: nei prossimi anni verranno investiti 191,5 mld per aiutare a ricostruire l’economia, renderla più verde, digitale e pronta al futuro”.

Il PNRR italiano, infatti, è il primo in Europa per dimensione complessiva: anche quello della Spagna è consistente – perché lo scorso anno ha subito un calo del PIL maggiore di quello Italiano – ma ha rinunciato ai prestiti che invece l’Italia ha accettato, aggiungendo ai finanziamenti europei un fondo finanziato a livello nazionale, per spingere gli investimenti.

Il clima che si respira adesso può essere riassunto nelle parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “ora il Paese non può fallire, non deve accadere!”.

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