Caos bollette: si ipotizza un bonus, ma i rincari saranno costanti fino al 2025
In un prossimo DL il Governo prevede di adottare una misura - tampone da 3,5 miliardi di euro per mitigare il caro-bollette. Ma gli aumenti saranno costanti se non si trova una soluzione
Che cosa stia accadendo sul fronte delle bollette ormai è abbastanza chiaro: nel prossimo trimestre, come annunciato da più parti, sono previsti rincari che si avvicinano pericolosamente alla soglia del +40% per l’elettricità e il +31% per il gas. Sarebbe a dire, almeno 100 euro in più all’anno per il gas e almeno 400 euro in più sull’energia elettrica.
E’ un aumento complessivo pari a circa 9 miliardi di euro: una ennesima mazzata per i consumatori che si vedono, ancora una volta, vittime di una strategia politica frammentata e ingarbugliata, che prende da lontano decisioni che poi si riverberano in negativo nella vita quotidiana.
A questo aumento, fra l’altro, si associa anche il ciclico caro-benzina con l’aumento del costo del carburante: ma, se per quest’ultimo le cause sono da ricercarsi (anche) nelle infauste scelte politiche endogene, nel caso delle bollette la situazione è più complessa di quanto si possa immaginare e ha un’esogenesi internazionale.
Bollette e transizione ecologica: come sono correlate
Per comprendere perché le bollette aumenteranno a dismisura occorre ampliare lo sguardo alla politica europea e internazionale: la spinta alla transizione ecologica, quindi all’energia rinnovabile, green, blue e “pulita”. In altre parole, come sostiene anche il Wall Street Journal, “i Governi hanno pesantemente sovvenzionato le energie rinnovabili come l’eolico e il solare e hanno chiuso le centrali a carbone per rispettare i loro impegni nell’ambito dell’accordo di Parigi sul clima”.
Cosa è successo, quindi? La strategia politica orientata al green, alle fonti rinnovabili e alla transizione ecologica è stata accelerata senza considerare concretamente e praticamente alternative reali, cioè sostenibili sul lungo periodo, avendo come diretta conseguenza l’aumento dei prezzi del carbonio e del gas e, al tempo stesso, un crollo dell’offerta delle fonti termiche e nucleari.
Inoltre, l’energia eolica quest’estate è diminuita: per questo motivo, i Paesi del mondo “stanno cercando di importare più combustibili fossili per alimentare le loro reti“. Allora, va da se che innanzi a fonti limitate e di fronte ad un aumento della domanda, i costi iniziano a lievitare.
Per quanto riguarda il Bel Paese, lo stesso Ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani, qualche giorno fa ai microfoni di Radio Anch’io di Radio Uno ha spiegato che sulle bollette “non è questione di parole ma di mercato: è sotto gli occhi di tutti che il gas sta aumentando in maniera costante, essendo la materia prima per produrre elettricità noi ne abbiamo un effetto importante sulla bolletta. Circa l’80% degli aumenti vengono dal gas. C’è da mitigare innanzitutto il trimestre che a fine mese chiude e avremo i numeri precisi ma sappiamo che l’aumento è importante. Questo succede un po’ in tutto il mondo, in tutta Europa. Siamo in compagnia perché è un mercato globale. C’è da mettere in piedi un intervento strutturale”.
Lo stesso Cingolani ha poi aggiunto che, in Italia, “abbiamo un referendum che dice no alle vecchie tecnologie ma quelle nuove ora non ci sono”. Aggiungendo, poi, che in merito ai processi autorizzativi per aumentare le rinnovabili in Italia “il decreto Semplificazioni ha fatto un lavoro enorme; noi stimiamo di scendere da 1.200 giorni, tempo medio di autorizzazione per un impianto, a circa un quinto. La vera cosa importante è accelerare il nostro processo di installazione delle rinnovabili così ci sganciamo il più rapidamente possibile dal costo del gas“.
La reazione del Governo italiano: potrebbe essere previsto un bonus, si valutano tagli
Che l’emergenza climatica sia un problema globale a cui porre rimedio è senza ombra di dubbio un dato di fatto fondamentale e importante. Ma, nel quadro europeo e italiano, il risultato degli orientamenti politici produce quello che oggi chiamiamo caro – bollette: secondo le stime di Standard&Poor’s, gli aumenti si registreranno a partire da questo trimestre e almeno fino al 2025. Questo perché l’Italia, rispetto ad altri Paesi, sembrerebbe essere indietro nello studio e nella sperimentazione di fonti di energia rinnovabili e alternative.
Sebbene il nostro Governo e le rappresentanze politiche stiano spingendo verso una risoluzione europeista del problema che si riversa sulle bollette – “Serve una risposta forte delle Istituzioni europee che non possono derubricare questo tema a problema dei singoli Stati membri” annuncia oggi Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo – e la Spagna abbia chiesto di portare il tema dell’aumento del prezzo dell’energia sul tavolo del prossimo Consiglio europeo, la questione resta complessa e di non semplice risoluzione.
Gli aumenti dipendono dalle dinamiche di mercato legate al prezzo del gas e dell’energia e, ci si auspica, la politica europea dovrà per forza di cose accelerare sull’indipendenza energetica. Ma intanto i cittadini italiani saranno costretti a subire il caro bollette o no?
Secondo quanto riportato dallo stesso Ministro Cingolani in un comunicato stampa dei giorni scorsi,
“I dati tendenziali sugli aumenti dei costi dell’energia sono noti e monitorati da tempo dagli addetti ai lavori: le variazioni delle bollette sono stabilite ogni trimestre dall’autorità per l’energia sulla base del costo delle materie prime come il gas e dal costo della CO2. Il Governo, continua il ministro, è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette dovuti a queste congiunture internazionali e per fare in modo che la transizione verso le energie più sostenibili sia rapida e non penalizzi le famiglie”.
Il Governo italiano, quindi, sembrerebbe valutare un nuovo bonus sulle bollette o, in alternativa, un taglio ad alcune voci strutturali: “bisogna ragionare – ha affermato Cingolani – su come viene costruita e calcolata la bolletta. Ogni Paese ha la sua ricetta. Va un po’ riscritto il metodo di calcolo, lo stiamo facendo in queste ore“.
Secondo quanto riportato e spiegato nel dettaglio dal Sole 24 Ore, in un prossimo DL il Governo prevede di recuperare circa 3,5 miliardi di euro per mitigare l’aumento delle bollette. Una misura – tampone che potrebbe essere approvata già nei prossimi giorni, che non servirà a risolvere il problema ma solo a ridurne gli effetti devastanti: spiega la giornalista Celestina Dominelli sul Sole 24 Ore,
“replicherà il meccanismo già messo in pista a luglio: vale a dire il taglio “una tantum” degli oneri di sistema (in particolare la componente Asos che copre soprattutto i costi per il sostegno delle rinnovabili). Gli oneri, nell’ultimo aggiornamento trimestrale, pesavano per il 10,7% sul totale della spesa per la fornitura dell’energia elettrica (e il 4,7% sul gas). Le imposte, invece, intese come Iva e accise erano pari al 12,6% nella bolletta della luce (2,9 centesimi di euro rispetto ai 22,9 cent che paghiamo per ogni kilowattora consumato), mentre incidevano molto di più nell’esborso per il gas dove vanno conteggiate anche le addizionali regionali: il 35,6% di tutta la bolletta (30,2 centesimi a fronte degli 84,7 cent per metro cubo di gas utilizzato)”.
Nel frattempo, oggi a Sky Tg24 Federico D’Incà, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, ha chiarito che “sarà questione delle prossime giornate l’arrivo di questo decreto, per dare un sostegno importante alla famiglie, perché un aumento del 40% in bolletta mette i brividi”.
Ai cittadini, nel frattempo, non resta che tremare e sperare.