Festa grande per i 18 anni, decisamente un’età simbolica, dell’IMAST, il primo Distretto di alta tecnologia dei materiali del Mezzogiorno d’Italia. L’appuntamento è per il 23 novembre a partire dalle ore 10.30 nella sala del Toro Farnese del Museo Archeologico di Napoli. Scelta non casuale per chi dice “siamo fatti anche noi della materia di cui sono fatti i sogni”, in un gioco di richiami tra passato e presente per puntare dritto al futuro.
All’incontro, che si propone di ripercorrere le tappe salienti della storia del Distretto, fare il punto sul presente e delineare il futuro della ricerca per quanto riguarda specificamente i materiali compositi e polimeri applicata alla produzione industriale, interverranno i rappresentanti delle maggiori industrie e dei più accreditati enti di ricerca. Ricco e lungo l’elenco. In rigoroso ordine del programma, ricevuti dal presidente IMAST Eva Milella, dopo i saluti di Luigi Nicolais che di IMAST è stato il fondatore, dei rappresentanti istituzionali e, da remoto, Guido Frisiani (McKinsey) e Nicolò Galante (AD di Arcaplanet, ex McKinsey), ci saranno Nicoletta Amodio, responsabile Ricerca e Innovazione- Confindustria; Marcello Allegretti, direttore R&D – DOMPE’; Giuseppe Olivero, direttore Advanced BCI Program Management Office –STELLANTIS; Maurizio Rosini, SVP Operations Divisione Aerostrutture di LEONARDO; Sandro Scarrone, presidente -Cetena FINCANTIERI; Giacomo Sabino, direttore Operations R&T/HW engineering – MBDA e ancora Francesco Cupertino, rettore del Politecnico di Bari, Matteo Lorito rettore dell’Università degli studi di Napoli Federico II, Antonio Blandini , presidente CIRA; Dario Della Sala, direttore PROMAS- ENEA; Paolo Fino, direttore DISAT – Politecnico Torino; Roberto Pantani, direttore DII- Università degli studi di Salerno e Teodoro Valente, direttore IPBC – CNR. Si viaggerà quindi, sognando, dalle stelle al mare con Tommaso Ghidini, direttore Materials Technology section – European Space Agency e Alessandro Franceschetti, direttore dell’Ingegneria Strutturale -Team LUNAROSSA.
“L’iniziativa si rivolge a imprese, mondo della ricerca e professionisti per fare il punto sul settore dell’ingegneria dei materiali, dando evidenza alle voci dei compagni di avventura: le istituzioni, il mondo industriale, utilizzatore principale delle soluzioni innovative offerte dai nuovi materiali, e quello della ricerca pubblica, da cui tali materiali nascono – spiega la presidente IMAST Milella – Vogliamo condividere con chi ha creduto e contributo alla nascita di questo progetto e del percorso svolto in questi anni, i progetti, i risultati e le sfide future. IMAST è stato il primo distretto tecnologico del Sud e anticipava pioneristicamente due concetti che sono stati, dieci anni dopo, i pilastri della politica europea di Horizon 2020, potenziando il rapporto accademia-industria e, soprattutto, introducendo il meccanismo inedito di scambio di know-how tra imprese non appartenenti allo stesso settore industriale. Le attività di IMAST si sono concentrate soprattutto sulle sfide della sostenibilità ambientale e del miglioramento della qualità della vita, attraverso lo sviluppo di materiali innovativi dalle caratteristiche sempre più performanti e particolarmente versatili, sulla ideazione e attuazione di nuove metodologie di stimolo e supporto alla nuova imprenditoria e di coinvolgimento delle PMI. A 18 anni dalla sua costituzione, IMAST – precisa la presidente – è una società solida che ha chiuso tutti i sui bilanci in attivo e senza ricorso al sistema creditizio aumentando di circa il 300% il suo patrimonio”.
“Un modello pensato per ridurre il tempo e lo spazio tra l’idea innovativa (la conoscenza) e l’applicazione (il prodotto finale) integrando, mettendo a sistema ricerca pubblica e industrie e facendo interagire competenze diverse – afferma Luigi Nicolais fondatore di IMAST- Con questa idea è nato IMAST, uno dei primi distretti ad alta tecnologia italiani, il primo nel sud. Il Distretto è focalizzato sull’ingegneria dei materiali compositi e polimeri, perché al momento della sua nascita la Campania poteva già vantare in questo settore una ricerca di eccellenza e la presenza di aziende innovative. Il materiale – spiega poi Nicolais – si progetta ottenendo le caratteristiche idonee al settore applicativo, come ad esempio la leggerezza, la resistenza, la conducibilità elettrica, utili per la progettazione di soluzioni avanzate per il settore aerospaziale, l’automotive, il navale, la microelettronica, farmaceutico e così via”.