L’edizione 2023 del World Economic Forum apre a scenari preoccupanti: due terzi dei principali economisti del settore pubblico e privato prevedono una recessione globale nel 2023.
Infatti, secondo un sondaggio pubblicato in occasione del World Economic Forum (Wef) di Davos che indica come elementi di crisi i conflitti globali e l’inasprimento monetario da parte delle banche centrali anche se l’inflazione sembra aver finalmente raggiunto il picco come ipotizzato anche dal Fondo monetario internazionale che stima una crescita dei prezzi globale al 6,5% quest’anno dall’8,8% nel 2022.
World Economic Forum, un passo indietro
Prima di andare oltre è necessario aprire una finestra che inserisca il ragionamento degli economisti globali in un orizzonte di senso e significato.
Il World Economic Forum (WEF) è un’organizzazione internazionale che si concentra su temi di politica globale, economia e società. Viene spesso descritto come un “fucina di idee” per i leader mondiali in campo economico, politico e sociale. Il WEF organizza annualmente una riunione annuale a Davos, in Svizzera, dove i leader mondiali si incontrano per discutere questioni globali e promuovere la cooperazione internazionale. Il WEF è stato fondato nel 1971 da Klaus Schwab, un economista svizzero.
Il World Economic Forum (WEF) serve principalmente a creare una piattaforma per i leader mondiali di diversi settori per discutere questioni globali e cercare soluzioni a problemi comuni. L’organizzazione mira a promuovere la cooperazione internazionale e la collaborazione tra governi, imprese e altre organizzazioni per affrontare le sfide globali, come il cambiamento climatico, la povertà e la disuguaglianza economica.
Il WEF organizza una serie di eventi e iniziative a livello globale per discutere questioni importanti e elaborare soluzioni. L’evento annuale a Davos, in Svizzera, è probabilmente il più noto, ma l’organizzazione organizza anche incontri regionali e tematici in tutto il mondo.
Il World Economic Forum si concentra su una serie di temi chiave, come la competitività globale, la tecnologia, la sostenibilità, la finanza e la politica. L’organizzazione è anche impegnata nella ricerca e nella formulazione di politiche per affrontare questi problemi.
La grande sfida del 2023
Gli economisti intervistati prevedono un’ulteriore stretta monetaria negli Stati Uniti e in Europa quest’anno e ritengono che le tensioni geopolitiche continuano a plasmare l’economia globale. Circa il 18% degli intervistati, più del doppio rispetto al precedente sondaggio del settembre 2022, ha considerato una recessione mondiale “estremamente probabile” mentre solo un terzo la reputa improbabile.
Nel ‘Chief Economists Outlook’ – che ha raccolto i giudizi di economisti di spicco dal Fondo Monetario a grandi banche di investimento – è emerso un forte consenso sul fatto che le prospettive di crescita nel 2023 siano fosche, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Tutti i principali economisti intervistati prevedono una crescita debole o molto debole nel 2023 in Europa, mentre il 91% prevede una crescita debole o molto debole negli Stati Uniti. Questo segna un peggioramento rispetto all’ultima dichiarazione, quando le cifre corrispondenti erano dell’86% per l’Europa e del 64% per gli Stati Uniti.
“L’attuale contesto di alta inflazione, bassa crescita, debito elevato e alta frammentazione riduce gli incentivi per gli investimenti necessari per tornare alla crescita e migliorare gli standard di vita per i più vulnerabili del mondo”, ha detto l’amministratore delegato del Wef Saadia Zahidi.
“I leader devono guardare oltre le crisi odierne per investire nell’innovazione alimentare ed energetica, nell’istruzione e nello sviluppo delle competenze e nei mercati di domani ad alto potenziale che creino posti di lavoro. Non c’è tempo da perdere“, ha aggiunto.
Nove su dieci fra gli intervistati si aspettano che sia la domanda debole sia gli alti costi di indebitamento peseranno sulle imprese, con oltre il 60% che indica anche costi di input più elevati. La stima è che queste sfide porteranno le aziende multinazionali a tagliare i costi, con molti economisti capo che si aspettano che le aziende riducano le spese operative.
Non solo economia, anche coesione sociale
Sempre secondo gli esperti del World Economic Forum una delle grandi sfide che deve affrontare oggi l’umanità è “la profonda frammentazione sociale” che divide gli Stati e le persone. Lo ha detto il presidente del World economic forum, Klaus Schwab, aprendo oggi il tradizionale appuntamento di Davos, dedicato quest’anno alla “cooperazione in un mondo frammentato”.
“All’inizio di quest’anno dobbiamo confrontarci con sfide multiple e senza precedenti”, ha affermato l’84enne Schwab, sottolineando come il mondo globale stia affrontando una “profonda trasformazione” dopo la pandemia di Covid 19, che rischia di trasformarlo in un “confuso patchwork di potenze”. Il suo auspicio è che il Forum di Davos, da lui fondato, possa aiutare a fermare “il trend di crescente frammentazione e confrontazione”.