Il messaggio ha un nome e un numero: è il messaggio INPS numero 2298/2023. A differenza delle altre comunicazioni, però, questa ha fatto sobbalzare parecchi contribuenti (in regola) dalla sedia. Vuoi per i toni, vuoi perché più che una informazione sembrava una perentoria richiesta a cui assolvere nell’immediato.
“Gentile NOME,
non abbiamo ricevuto la tua domanda di iscrizione alla Gestione Separata come “Parasubordinato”.
Mail dell’INPS
Detta così, sembra che l’incauto e inconsapevole contribuente sia manchevole in qualcosa. De facto, però, non c’è da preoccuparsi: si tratta di una innocua comunicazione in cui l’INPS invita chi non l’ha ancora fatto ad iscriversi alla gestione separata per parasubordinati.
Sembrerebbe, ma qui c’è da chiarire ancora bene come sia andata la cosa, che la mail sia partita un po’ verso tutti quelli che non risultano iscritti ad altre casse previdenziali e che per qualche motivo non del tutto chiaro potrebbero essere interessati dal messaggio. Alla nostra redazione sono pervenute ad esempio segnalazioni di insegnanti e di altri lavoratori che garantiscono di non aver mai svolto in alcun modo attività di lavoratore autonomo.
Comunque, per i meno avvezzi a tale comunicazione, chiariamo subito una cosa: non è una minaccia né tantomeno sono previste sanzioni (se si è in regola, ovvio). Nei fatti l’INPS avvisa l’utente che ha ricevuto compensi da lavoratore autonomo tali da giustificare il versamento di contributi previdenziali che dovrebbe iscriversi alla gestione parasubordinata.
Attenzione, però: non è che se non ci iscriviamo succede qualcosa! Semplicemente, l’INPS provvederà all’iscrizione al posto nostro, tramite l’incrocio dei flussi di denuncia dei compensi erogati. Ne stabilirà quindi così, a sua personale sensibilità, la data.
Potrebbe convenire, specialmente se in effetti la posizione di lavoratore autonomo è ben definita, procedere a tale iscrizione (tramite login al portale MyINPS e successivamente entrando nella sezione “Pensione e Previdenza” -> “Iscrizione dei lavoratori parasubordinati alla Gestione Separata”) per cristallizzare la data di inizio lavoro autonomo e quindi calcolare correttamente l’anzianità contributiva. Meno importante, invece, se ad esempio tale lavoro autonomo sia stato svolto in via del tutto occasionale in passato, magari fuori dal proprio rapporto da lavoro dipendente. Ad ogni modo, i casi variano da persona a persona.
Il suggerimento è quello comunque di rivolgersi per fugare ogni dubbio alla stessa INPS tramite i consueti canali e consultare il proprio fascicolo previdenziale online.