La Commissione Europea ha stanziato 116 milioni di euro per sostenere le “valli dell’innovazione”, un’iniziativa che coinvolge 14 regioni italiane: tra queste figurano Piemonte, Liguria, Lombardia, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche e Lazio.
L’iniziativa fa parte della Nuova Agenda Europea dell’Innovazione (NEIA) e include un totale di 151 regioni europee classificate come “Valli Regionali dell’Innovazione” (RIV). Ma cerchiamo di capirne di più.
Perché parliamo di Valli dell’Innovazione?
Le valli dell’innovazione mirano a creare ecosistemi regionali dell’innovazione che siano interconnessi e capaci di affrontare le sfide comuni in modo collaborativo. L’idea è di ridurre il divario di innovazione tra le varie regioni europee, migliorando i risultati complessivi in termini di innovazione.
“Le valli regionali dell’innovazione illustrano il valore aggiunto europeo e dimostrano i punti di forza dell’innovazione territoriale nell’affrontare le sfide più scottanti del nostro tempo – afferma Elisa Ferreira, Commissaria per la Coesione e le riforme -. Estendendo la loro cooperazione basata sulla specializzazione intelligente, le regioni interconnesse, comprese quelle meno sviluppate, saranno meglio equipaggiate per rafforzare le prestazioni complessive dell’Europa in materia di innovazione, colmando al contempo il divario esistente in materia di innovazione.”
Questa iniziativa è supportata finanziariamente attraverso due principali strumenti dell’Unione Europea: il programma “Ecosistemi europei di innovazione” (EIE) di Orizzonte Europa e lo strumento “Investimenti interregionali per l’innovazione” (I3) del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Le regioni selezionate si impegnano a rafforzare le politiche e gli investimenti in materia di innovazione, concentrandosi su diverse sfide che l’UE deve affrontare, come ad esempio la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, l’aumento della sicurezza alimentare globale, la trasformazione digitale, compresa la sicurezza informatica, il miglioramento dell’assistenza sanitaria e l’aumento della circolarità dei materiali. L’intento è di creare un ambiente in cui l’innovazione possa prosperare, attraverso una migliore collaborazione e coordinamento delle risorse e delle politiche regionali.
Non solo l’Italia è coinvolta
Ovviamente, oltre ai territori nostrani vi sono altre 79 regioni europee coinvolte che hanno aderito alla manifestazione d’interesse per diventare le future “Valli Regionali dell’Innovazione”. Queste regioni si sono impegnate a migliorare il coordinamento e l’orientamento dei loro investimenti e delle loro politiche di innovazione, promuovendo la collaborazione interregionale.
La Commissione Europea non si limiterà a fornire finanziamenti, ma offrirà anche supporto attraverso attività di community building, eventi di matchmaking e azioni di comunicazione mirate.
“Siamo lieti di constatare l’impegno di molte regioni europee a basarsi sulle loro specializzazioni strategiche e a rafforzare il coordinamento dei loro investimenti e delle loro politiche nel campo della ricerca e dell’innovazione – aggiunge Iliana Ivanova, Commissaria per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù -.
Attraverso le valli regionali dell’innovazione, contribuiremo a trasformare la diversità dei territori dell’Ue in un punto di forza e a facilitare la collaborazione per promuovere nuove catene del valore dell’Ue per l’innovazione locale in Europa. Si tratta di un passo importante nel progresso del nuovo Programma europeo per l’innovazione”.
Nel frattempo, la Commissione ha lanciato una piattaforma online chiamata “Procurement for Buyers”, volta a fornire informazioni sulle norme che regolano gli appalti pubblici per gli enti appaltanti degli Stati membri dell’Unione Europea. Lo strumento aiuterà gli enti aggiudicatori a comprendere e applicare le norme internazionali sugli appalti, facilitando l’individuazione degli offerenti idonei e spiegando le regole relative all’origine dei beni e dei servizi.
Gli obiettivi della BEI, in generale
Fra gli altri obiettivi che si è posta la BEI – la Banca Europea degli Investimenti – vi sono otto priorità chiave per l’Eurozona: l’azione per il clima, la digitalizzazione e l’innovazione, la sicurezza e la difesa, la coesione, l’agricoltura e la bioeconomia, le infrastrutture sociali e gli investimenti d’impatto al di fuori dell’Unione Europea.
Nel dettaglio:
- Programma “Strategic Tech-EU”: mira ad accelerare la digitalizzazione e l’innovazione nelle tecnologie strategiche come l’intelligenza artificiale, i microchip, le scienze della vita e l’informatica quantistica. Questa iniziativa coprirà l’intera catena del valore, comprese le materie prime critiche, rafforzando così l’autonomia strategica dell’Europa e promuovendo l’innovazione interna.
- Iniziativa “European Tech Champions”: intende attrarre capitali privati e finanziare lo sviluppo di start-up innovative.
- Strumenti finanziari standardizzati: la BEI mira a replicare modelli di successo in altri settori, come l’efficienza energetica per le piccole e medie imprese e l’adeguamento degli edifici, per raccogliere investimenti privati.
Queste iniziative contribuiranno a far progredire l’Unione dei Mercati dei Capitali dell’Unione.
In merito al rafforzamento degli investimenti, la BEI prevede di aumentare la resilienza europea nella gestione dell’acqua e di sostenere l’agricoltura, la bioeconomia e la sicurezza alimentare. Questi programmi forniranno liquidità, metteranno in comune le risorse e ridurranno il rischio degli investimenti.
Venendo, invece, agli impegni extra Eurozona, il Gruppo BEI si concentrerà maggiormente sull’impatto, sostenendo l’Ucraina, assicurando il successo del processo di allargamento dell’Unione Europea, rafforzando i partenariati internazionali con i Paesi vicini e sostenendo l’agenda strategica della Porta globale dell’Unione in Africa e nel mondo.
“I cittadini e le imprese si aspettano che l’Europa sostenga investimenti per il futuro, che migliorino le loro vite, rafforzino la loro sicurezza e offrano nuove opportunità – commenta la Presidente del Gruppo Bei Nadia Calviño -. La Tabella di marcia strategica del Gruppo Bei contribuirà a fare proprio questo, salvaguardando la prosperità, la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa. I nostri azionisti hanno approvato un piano chiaro per i prossimi anni, che si basa sui punti di forza del Gruppo Bei e spiana la strada per aumentarne l’efficienza e l’impatto, incrementando gli investimenti laddove possono fare la differenza“
Inoltre, la BEI continuerà a investire oltre la metà dei suoi finanziamenti annuali nell’azione per il clima, con particolare attenzione all’energia pulita e accessibile. La roadmap prevede che quasi la metà dei prestiti annuali della BEI sia destinata a progetti nelle regioni della coesione, con una maggiore enfasi sugli investimenti nelle infrastrutture sociali, come la sanità, gli alloggi a prezzi accessibili e le strutture scolastiche.