Cultura e Spettacoli

Ivan Fedele e… la finale di Sanremo: “È finito Sanremo. Viva Sanremo!”

Termina anche quest'anno la kermesse più chiacchierata (e seguita) dagli italiani. Fra esibizioni stonate, baci appassionati e vestiti assurdi il Festival non ci lascia insoddisfatti!

È finito Sanremo. Viva Sanremo! Il Festival ha i suoi riti. Domani ritroveremo tutti gli artisti in gara a “Domenica in”, pronti a consegnarsi in maniera più informale e svaccata. Un tempo, quando erano solo tre serate, era solo dopo la fine del festival che si scoprivano veramente i brani che iniziavano a girare nelle radio.

Oggi invece è davvero difficile che io continui a sentire la playlist di Sanremo dopo il Festival visto che l’ho ascoltata a ripetizione negli ultimi 4-5 giorni. Dopo la settimana sanremese, piuttosto, mi piace scoprire gli album degli artisti che mi hanno maggiormente colpito, alla ricerca di altri brani, di altre loro canzoni. Oggi questa operazione con Spotify è sicuramente più facile.

Ma veniamo alla serata. L’inizio è da brividi: un medley di canzoni di Lucio Dalla interpretato da Gianni Morandi. Un dovuto maggio all’immenso artista bolognese che quest’anno avrebbe compiuto 80 anni.

Poi si parte subito con gli artisti in gara.

ELODIE: La più amata dagli italiani. Sa il fatto suo e si diverte con la musica. Utilizza anche la sua fisicità e la sua bellezza, ma non certo come una Sabrina Salerno qualunque. Sa cantare, ha stile e gusto.

COLLA ZIO: Ogni tanto purtroppo ci ritroviamo a sperare che irrompa Blanco sul palco e li scambi per fiori. Però stasera per la prima volta sono vestiti da persone normali. Forse perché siamo alla fine. Anche della loro carriera probabilmente.

MARA SATTEI: Qualcuno ha scritto che il suo vestito era identico alla trapunta del letto. Non sono d’accordo. Trovo il suo look come la sua canzone: moderno, ma nel rispetto della tradizione.

TANANAI: Arriva (elegantissimo) con i fiori del colore della bandiera ucraina. Saluta amici ucraini che, con le loro dolorose e forzate separazioni, gli hanno ispirato il testo del brano.

COLAPESCE E DIMARTINO: Il testo dice che preferiscono il rumore della metro a quello del mare. A Napoli abbiamo il mare ogni giorno, ma una metropolitana che invece un giorno sì e uno no o si rompe o è chiusa per prove tecniche.

GIORGIA: L’hanno definita la versione virile di Mengoni. Sera dopo sera migliora. La canzone ha un bel testo e un ritornello malinconico che “arriva”. Bisognava costruire e rafforzare tutto il resto.

MODA’: Gli auguriamo di essersi gettati alle spalle i problemi (legati alla depressione di Kekko) e che questo Sanremo possa essere per loro un punto di ripartenza.

Arrivano i Depeche Mode e ci si può solo inchinare alla loro storia, al loro smisurato talento e alla voce sempre verde di Dave Gahan.

ULTIMO: Nel pomeriggio girava un meme che affermava che il suo prossimo singolo sarà direttamente una ginocchiata nei coglioni. Il bello è che qualcuno rispondeva “Almeno durerebbe minor tempo”. Arriva vestito di bianco, con uno smanicato che sembra debba andare a fare un bagno a Fregene. Con la sigaretta sull’orecchio sarebbe perfetto. Il pezzo è onesto e in linea con la sua produzione. Ma non decolla, non tanto almeno da imporsi e da condurlo alla vittoria.

LAZZA: La rivelazione di questo festival (per chi già non lo conosceva). Forte forte forte!

MENGONI: Il suo look da tamarro ha contraddistinto questo festival. Stasera arriva con una sorta di giubbotto antiproiettile coi bottoni d’oro. Il pezzo però è perfetto per la vittoria. Una ballad sanremese senza fronzoli e senza difetti. Dal primo momento in cui l’ha cantata è stato chiaro a tutti che avrebbe vinto.

ROSA CHEMICAL: In radio oggi pomeriggio Fedez gli aveva detto che sarebbe stato in prima fila. Chemical biascica un “buono a sapersi”. Durante l’esibizione si fionda su di lui, gli si siede sul pacco, mima un atto sessuale, se lo porta sul palco e gli dà un bacio con la lingua. Ah, in mezzo a tutto ciò c’è anche la canzone.

Sospetto che Morandi, puntando sullo spirito vendicativo della Ferragni, abbia provato almeno a toccarle le tette.

I CUGINI DI CAMPAGNA: Hanno portato un bel brano. Sofisticato e significativo a partire dal titolo (nell’alfabeto italiano la LETTERA 22 non esiste, che quindi assurge a metafora dei sentimenti inespressi, dell’amore che non ha trovato parole). Da domani forse tristemente torneranno a essere macchiette che cantano in falsetto. L’assurdo vestito indossato stasera è più di un indizio in tal senso.

MADAME: Scalza e mezza nuda. Forse voleva immedesimarsi nella protagonista del suo brano. Brano al quale la Rai ha cambiato il titolo. Originariamente si intitolava “Puttana nel bene e nel male”.

ARIETE: Anche questa sera ha in testa il berretto del pescatore della pubblicità di Tonno Rio Mare. E’ l’unico brano di cui io non ricordo nulla. Forse perché sto tutto il tempo a chiedermi perché una ragazza come lei debba vestirsi come una disadattata.

MR RAIN: Il suo sarà il brano più utilizzato nei saggi di fine anno scolastici dei bambini. C’è da giurarci. Anche lui, come Lazza, grande rivelazione del Festival.

Stasera i collegamenti esterni (a mio avviso superflui e inutili) sono in Piazza Colombo con Achille Lauro e sulla nave con Salmo (che ripropone di nuovo “Diavolo in me” di Zucchero come ieri sera all’Ariston).

PAOLA E CHIARA: Sono vestite come la palla della discoteca. Stasera stonatissime. Si sono conservate la peggior esibizione per la finale.

LEVANTE: Ricorda sempre più Legolas del Signore degli Anelli. Si presenta in sottana. Pronta per tornare a letto subito dopo l’esibizione. Tanto le possibilità che si qualifichi nel quintetto dei finalisti è pari a zero.

La Vanoni ci ricorda capolavori immortali (“Eternità”, “C’è una ragione di più”). Vestita come una caramella Rossana (qualcuno afferma che se fosse stata in gara sarebbe stata…scartata).

LDA: Il fatto che tutti affermino con enfasi come sia un ragazzo educato non depone benissimo a favore del lato artistico.

Arriva Luisa Ranieri. Amadeus ricorda “La mano di Dio”, arriva Morandi che cerca subito di allungarla quella mano.

COMA_COSE: Gli Albano e Romina 2.0 ci han raccontato la loro crisi sentimentale in questi giorni come se fossimo i loro psicoterapeuti. Almeno vorremo ricevere un’adeguata parcella. Come se non bastasse a fine esibizione annunciano il loro matrimonio. Il prossimo anno attendiamo la canzone sulla gravidanza e tra due anni le avventure con il primo figlio.

OLLY: Mi sono ricordato solo adesso che il duo Benji e Fede si sciolsero. Che fa ora Benji? E perché non compone un duo con Olly? Comunque Olly guadagna un sacco di punti nel pomeriggio quando ai microfoni di “IlaliaSì”, il programma con Marco Liorni afferma che: “Noi giovani abbiamo iniziato a guardare Sanremo da quando lo ha diretto Claudio Baglioni”. Amen!

ARTICOLO 31: Lo stile del loro brano era più da J Ax melodico che da Articolo 31 degli anni 90. La verità è che questi Articolo 31 si stanno evolvendo in 883.

WILL: E ora che il Festival è terminato cosa farà il piccolo Will? Ci ho messo una settimana per non confondere lui e Olly.

LEO GASSMANN: E’ ormai il sogno erotico delle italiane. Forse anche il protagonista di quello narrato nel brano di Levante.

gIANMARIA: Anche lui non ha vinto, ma ha guadagnato la simpatia di molte italiani, anzi di italiane.

ANNA OXA: In 4 esibizioni avremo capito sì e no 7 parole. Tutti l’han presa in giro dicendo che la sua capigliatura ricordava la nonna degli Adams e lei stasera viene pettinata proprio come lei.

SHARI: Bella e brava, brava e bella. Davvero un angelo.

GIANLUCA GRIGNANI: Il nostro Gianlucone ce l’ha fatta a portare a termine la settimana di Sanremo. Speriamo in un nuovo album e un giro di concerti.

SETHU: Ragazzo abbi cura di te e, come cantava Baglioni, “non tagliare i tuoi capelli mai”, che in questo Sanremo ti hanno notato e ricordato solo per quel taglio da scemo.

I cinque finalisti sono Ultimo, Tananai, Lazza, Mengoni e Mr. Rain. Si riparte da zero con la finalissima. Ricantano tutti. Si chiude il televoto e si assegnano i primi premi.

PREMIO DELLA CRITICA MIA MARTINI: Colapesce Dimartino.

PREMIO SALA STAMPA LUCIO DALLA: Colapesce Dimartino.

PREMIO SERGIO BARDOTTI PER IL MIGLIOR TESTO: Coma_Cose.

PREMIO GIANCARLO BIGAZZI PER LA MIGLIOR COMPOSIZIONE MUSICALE ASSEGNATO DALL’ORCHESTRA: Marco Mengoni.

Dei finalisti il primo ad essere eliminato è Tananai. L’anno scorso ultimo, quest’anno quinto. Non si può lamentare. Poi Ultimo che si classifica quarto e speriamo che non faccia un’altra piazzata domani in sala stampa come fece nel 2019. La medaglia di bronzo va a Mr. Rain. Restano Mengoni e Lazza. Viene annunciato il vincitore che è Marco Mengoni con “Due vite”.

E’ da notare che le canzoni che si sono classificate nei primi due posti portano entrambe la firma del napoletano Davide Petrella, ex frontman de Le Strisce e autore per Cremonini, Nannini e tanti altri (nonché autore e cantante di suoi album con il nome d’arte di Tropico… provate ad ascoltare il suo bellissimo disco “Non esiste amore a Napoli”).

La puntata addirittura termina 12 minuti prima rispetto all’orario previsto, lasciandoci così sgomenti e disorientati che siamo costretti a mettere Rete 4 per vedere la replica di una puntata di Top20 del 1992. Ed è subito nostalgia (canaglia, come quella cantata da Albano e Romina nel Festival di Sanremo del 1987!).

Grazie al sito Fmag che ha ospitato i miei deliri e un saluto a tutti i trottolini amorosi che mi hanno letto. Non so perché lo abbiate fatto, ma vi ringrazio per averlo fatto.

A presto! Ivan Fedele

Ecco la classifica finale:

  1. Marco Mengoni – Due vite
  2. Lazza – Cenere
  3. Mr. Rain – Supereroi
  4. Ultimo – Alba
  5. Tananai – Tango
  6. Giorgia – Parole dette male
  7. Madame – Il bene nel male
  8. Rosa Chemical – Made in Italy
  9. Elodie – Due
  10. Colapesce e Dimartino – Splash
  11. Modà – Lasciami
  12. Gianluca Grignani – Le parole che non ti ho detto
  13. Coma_Cosa – L’addio
  14. Ariete – Mare di guai
  15. LDA – Se poi domani
  16. Articolo 31 – Un bel viaggio
  17. Paola & Chiara – Furore
  18. Leo Gassman – Terzo Cuore
  19. Mara Sattei – Duemilaminuti
  20. Colla Zio – Non mi va
  21. Cugini di campagna – Lettera Ventidue
  22. gIANMARIA – Mostro
  23. Levante – Vivo
  24. Olly – Polvere
  25. Anna Oxa – Sali
  26. Will – Stupido
  27. Shari – Egoista
  28. Sethu – Cause perse

Ivan Fedele

Ivan Fedele è attore e autore. In tv con “Made in Sud” nel duo “Ivan e Cristiano”. A teatro con “Troppo napoletano” e “Sala d’attesa”. Al cinema con “Tramite amicizia” e “Benvenuti in casa Esposito”. In radio con “Cascionissima” e i “Disconnessi”. Ha pubblicato romanzi con la Homo Scrivens e libri di saggistica musicale con la Santelli.

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