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Irlanda del Nord, l’importanza degli accordi di Windsor

La questione del confine in Ulster era una delle più spinose del post-Brexit. L'accordo tra Rishi Sunak e Ursula von der Leyen dovrebbe essere il primo passo verso un futuro di cooperazione.

Nella giornata di Lunedi 27 Febbraio il Governo del Regno Unito, nella persona del Primo ministro Rishi Sunak, e l’Unione Europea, rappresentata dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, hanno raggiunto un accordo su una delle questioni più spinose del post-Brexit: come gestire il confine in Irlanda del Nord.

Come ogni evento storicamente importante, ha già un nome: gli accordi di Windsor.

La premessa

Il Nord Irlanda, ovvero l’Ulster, è una parte dell’isola irlandese che però é stata a lungo a maggioranza protestante e unionista.

Questa situazione ha generato i cosiddetti Troubles che per quasi 30 anni hanno sconvolto questa parte di mondo.

Gli accordi del Venerdì Santo firmati nel 1998 dall’allora Premier britannico Tony Blair e dal Taoiseach (Primo ministro) irlandese Bertie Ahern sancivano la prima forma di pace dopo decenni di guerriglia, che è continuata ma in maniera lieve.

Dove nasce quindi il problema?

Uno dei punti cardine dell’accordo era la non presenza di una frontiera “dura” tra Nord Irlanda ed Eire. Questo punto, essendo Dublino ancora nell’Unione Europea mentre Belfast fa ancora riferimento al Regno Unito, è stato oggetto di grandi dibattiti e tensioni sia in Europa che in UK.

La soluzione

Rishi Sunak, va detto, ha affrontato la questione in maniera molto pragmatica, a differenza dei suoi predecessori estremamenti ostili all’Unione Europea.

Gli accordi di Windsor si basano su 3 punti fondamentali:

  1. Non ci saranno controlli doganali, ostacoli e intoppi burocratici per le merci provenienti dalla Gran Bretagna e destinate all’Irlanda del Nord, che viaggeranno in una speciale “corsia verde”. Le merci dirette verso la Repubblica d’Irlanda e quindi la Ue, transiteranno invece in una “corsia rossa”, per garantire l’integrità del mercato unico Ue. Viene meno quindi la problematica della dogana dura tra NI ed Eire.
  1. Accesso ai prodotti essenziali britannici (es. medicinali). I farmaci, sia già in commercio che futuri, se approvati dall’ente di regolamentazione britannico potranno essere venduti in Irlanda del Nord.
  1. Freno di emergenza. Una delle maggiori paure del governo Nord Irlandese era quello di trovarsi in balia di decisioni prese nell’UE senza avere una voce in capitolo. Con questo freno di emergenza, che sarà comunque usato in particolari situazioni estremamente specifiche, non ci dovrebbero essere problemi di sovranità per il Parlamento di Belfast.

Alcune richieste del DUP (il partito politico protestante e di destra dell’Irlanda del Nord che è al Governo) non sono state accolte. Ad esempio, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, il principale tribunale dell’Unione, conserverà una parziale giurisdizione in Irlanda del Nord.

La speranza è che questa soluzione riesca a risolvere uno dei problemi più annosi lasciati dalla Brexit e che si vada verso un futuro di cooperazione con “i nostri vicini” britannici.

Felice Luca Maglione

Cresciuto e pasciuto in una nota città dell'Italia meridionale costruita alle pendici di un vulcano, come lei si nutre di mille passioni ed interessi che lo hanno reso dall'età di 14 anni il cliente perfetto per ogni negozio di barberia di provincia che si rispetti. Amante delle Isole britanniche e dell'Irlanda (la sua seconda casa) alterna deliri economici, politici e calcistici quando non fa finta di lavorare come analista.

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