Zonta (Engineering): “IA e big data per un procurement moderno ed efficace”
"Oggi per un moderno procurement sono indispensabili capacità predittive e di calcolo che vanno oltre le possibilità umane, ed in tal senso la via percorribile è quella di una trasformazione digitale"
Il procurement moderno può essere un antidoto efficace per affrontare la carenza di materie prime, semilavorati e merci, l’interruzione delle catene di fornitura poste sotto forte stress, l’aumento dei costi delle risorse e dei prodotti dovute alla guerra, al cybercrime e agli scenari socio-politici parecchio incerti?
Secondo Fabio Zonta, Chief Procurement Officer di Engineering, assolutamente sì.
“E tutti questi eventi ricadono, purtroppo – commenta Zonta – innanzitutto sul procurement manager, ovvero il direttore degli acquisti, alla stregua di un portiere di una squadra di calcio a difesa della sua rete bombardato da pallonate da tutti i lati del campo”.
Ma cosa è il procurement?
Per procurement si intende quel processo di ricerca e di acquisto di beni, servizi, materie prime o lavori da una fonte esterna: è uno dei processi essenziali per gli equilibri economici e finanziari dell’azienda, perché serve a gestire i costi in modo ottimale e a prevenire i momenti di crisi.
Con il mutamento dello scenario globale, l’asticella della sfida per il procurement si è alzata di molto: il rischio è quello di perdere la competitività dell’impresa nel mercato di riferimento, non solo per uno squilibrio economico dovuto alla volatilità dei mercati delle materie prime ma anche per le difficoltà legate alla produzione e alla sopravvivenza stessa dell’azienda.
Come si contrasta, allora, il rischio di incertezza?
“L’emergenza rende urgenti tre accorgimenti – spiega Zonta, esperto di procurement aziendale – ovvero transizione digitale verso una tecnologia che adotti anche nella gestione degli acquisti big-data e intelligenza artificiale, piani di risk management, e poi il riposizionamento del procurement in cima alla piramide organizzativa aziendale”.
L’aiuto della tecnologia
Una recente ricerca internazionale SAP/Ariba (2022) racconta però che solo il 38% delle aziende dispone di strumenti di lettura dei big-data, solo il 17% delle funzioni di approvvigionamento dispone di implementazioni di analisi dei dati su larga scala.
Ancora la ricerca fotografa come solo il 45% delle aziende prende decisioni di spesa basate sui dati con la tecnologia e appena il 51% sta attualmente utilizzando tecnologie di machine learning o analisi basate sull’AI per analizzare i dati. Il tutto in una situazione in cui il 50% dei manager interpellati dichiara di non essere in grado di trovare rapidamente fonti di approvvigionamento alternative.
“Una fotografia che in Italia è ancor più a tinte grigie – spiega il CPO di Engineering Fabio Zonta – in un contesto in cui la modernizzazione deve fronteggiare una cultura tipica da piccola e media impresa, ma soprattutto fare i conti con un livello di formazione e competenza del management in materia di forniture non aggiornata e non colmabile in tempi brevi – riflette l’esperto. – Anche perché oggi per un moderno procurement sono indispensabili capacità predittive e di calcolo che vanno oltre le possibilità umane, ed in tal senso la via percorribile è quella di una trasformazione digitale che si realizzi perlomeno in maniera che la tecnologia non sia già sorpassata al momento della sua effettiva applicazione”.