Arriva l’Archeoverso, il metaverso della cultura: full immersion in musei, siti archeologici e mostre
Con l'Archeoverso i musei e le altre organizzazioni culturali hanno avuto l’opportunità di mettere a loro disposizione la realtà virtuale per far vivere le proprie collezioni e mostre.
Sui nostri schermi – ma non solo – arriva l’Archeoverso, il primo progetto per valorizzare il mondo culturale (musei, siti archeologici ma anche mostre ed esperienze) nel metaverso. Insomma, chi l’ha detto che la cultura non sa stare al passo con i tempi?
Come nasce l’Archeoverso
L’iniziativa dell’Archeoverso nasce da una convesione fra Università La Sapienza e il Centro di Ricerca DigiLab della Sapienza Università di Roma e CoopCulture: con questo progetto, viene messo in atto un nuovo modello di collaborazione progettuale strutturata tra università e impresa.
Questo percorso va ad integrare una strada già avviata che vede Sapienza, Università di Roma e CoopCulture soci del Centro d’Eccellenza del Distretto Tecnologico della Cultura della Regione Lazio (Dtc) e uniti da un partenariato esteso all’interno della missione 4 del Pnrr “Istruzione e Ricerca”. In questo scenario, si inserisce l’innovativo progetto dell’ArcheoVerso che vedrà Coopculture e Digilab impegnati in diverse fasi di lavoro nell’arco dei prossimi due anni.
“La convenzione stipulata con CoopCulture per lo sviluppo del progetto ArcheoVerso rappresenta una felice novità nel rapporto tra Centri di ricerca e imprese. DigiLab è lietissimo di promuovere un modello che auspicabilmente troverà applicazione anche in altre realtà di ricerca e ringrazia sentitamente CoopCulture per la fiducia accordata, che permette di avviare un’esperienza pioneristica”, ha sottolineato Paola Buzi, Direttrice presso il DigiLab.
“Nel concreto – ha proseguito – in ArcheoVerso verranno integrate esperienze virtuali e reali applicate a un selezionato numero di luoghi della cultura. Per ogni sito o museo individuato verrà creato un ambiente virtuale fruibile sia in remoto che in presenza, a supporto e non sostituzione del normale processo di visita, integrando una serie di servizi, mediante il digitale, altrimenti non fruibili normalmente. Un vero e proprio metaverso archeologico insomma”.
Con l’incremento della consuetudine degli utenti con le esperienze immersive digitali, i musei e le altre organizzazioni culturali hanno avuto l’opportunità di mettere a loro disposizione la realtà virtuale per far vivere le proprie collezioni e mostre.
Per questo motivo, diversi gruppi di ricerca a livello internazionale hanno già sondato le possibilità del digitale nel campo culturale, ma quello che resta da scoprire è il possibile impatto positivo del metaverso sul mondo culturale per l’implementazione di progetti innovativi.
Il progetto che gravita attorno l’ArcheoVerso si pone l’obiettivo di esplorare le potenzialità degli universi digitali per la valorizzazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale, mettendo a punto un ecosistema metodologico e tecnologico per la creazione, fruizione, interazione in realtà immersiva e aumentata, nonché per la formulazione di soluzioni di sostenibilità economica per le progettualità incentrate sui metaversi.
Come sarà l’Archeoverso?
Il progetto dell’Archeoverso, spiega l’Ateneo della Capitale, prevede in sintesi:
- la definizione delle tecnologie più idonee per rendere varia e interessante l’esperienza dell’utente nel metaverso digitale, comprendendo la realizzazione di una piattaforma scalabile finalizzata alla creazione e all’articolazione degli ambienti virtuali;
- lo sviluppo di pacchetti di servizi per la valorizzazione del luogo della cultura individuato; la costruzione dell’attività all’interno dell’ambiente virtuale per il coinvolgimento e la gestione del pubblico con un approccio centrato sulla comunità;
- lo sviluppo di servizi di didattica sulle tematiche relative a tecnologia, “cultural heritage” e innovazione sociale (servizi erogati freemium, ovvero in parte gratuitamente in parte a pagamento).
Per la prima fase progettuale e lo sviluppo del prototipo, è stato scelto un luogo della cultura che renderà possibile il monitoraggio di risultati a un anno dalla sua implementazione e quindi di essere replicato e reso scalabile a livello nazionale. Si tratta delle Case Romane del Celio, un antico complesso residenziale romano, ancora poco noto seppure alle spalle del Colosseo.
Una scelta non casuale ma dettata dalla volontà di studiare una fruizione più diffusa del patrimonio culturale della città e favorire così il decongestionamento dell’area intorno al monumento più visitato d’Italia. Un sito, quindi, in grado di inserirsi in diversi elementi di sviluppo strategico: smart mobility, valorizzazione di percorsi secondari, creazione di comunità di sostegno e sviluppo.
“L’obiettivo condiviso con DigiLab è un’analisi e una valorizzazione della qualità della fruizione delle interazioni all’interno degli spazi metaversali. Vogliamo rendere accessibili i vantaggi derivanti dalla presenza di enti culturali nel metaverso, valorizzando gli aspetti relazionali e di possibile impatto economico”, ha affermato Giovanna Barni, Consigliera Delegata Innovazione e Sviluppo di CoopCulture. “Si tratta di un mercato che raggiungerà secondo le stime di oggi oltre 750 miliardi di dollari nel 2026, tra implementazioni tecnologiche e indotto derivante da attività virtuali, dove l’elemento culturale non è ad oggi rappresentato. Grazie al nostro lavoro sarà possibile realizzare modelli scalabili su scala nazionale” ha chiarito.