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Rienzi (Codacons) e i minori sui social: “Anarchia totale, si faccia attenzione a tutti e non solo ai casi mediatici”

Il numero uno dell'associazione dei consumatori in esclusiva ad F-Mag: "Il caso della ragazza di 11 anni desta preoccupazioni sul livello dell'informazione e del giornalismo in Italia". E su Chiara Ferragni e Fedez: "Molti pensano che abbiamo una sorta di predilezione per i Ferragnez, ma in realtà sono due soggetti che si espongono più degli altri. Stabilire un rapporto con loro non rientra tra le nostre priorità".

“Noi riteniamo che i social network debbano essere vietati in toto a chi non ha i requisiti di età, e non solo a chi si espone e diventa un caso mediatico”. Non usa mezzi termini l’avvocato Carlo Rienzi, volto noto della tutela dei consumatori in Italia e presidente Codacons. L’associazione è stata tra le prime a commentare il caso di Giulia, la ragazza di 11 anni finita nel tritacarne mediatico dopo aver commentato un post dell’influencer Chiara Ferragni. Lo ha fatto in stile Codacons, suscitando come sempre attenzione e qualche polemica (tra cui quella nostra). Facili equivoci di sintesi da lancio d’agenzia a parte, F-Mag ha approfondito la questione social e minori faccia a faccia con il numero 1 di Codacons.

Presidente Rienzi, sulla questione dell’11enne che su Instagram ha risposto a Chiara Ferragni alcuni (tra cui la nostra testata) hanno sottolineato l’importanza del rispetto delle regole di utilizzo delle piattaforme digitali, in particolar modo quelle di tutela dei minori. A scanso di equivoci, può ribadire la posizione di Codacons sul tema?
Noi riteniamo che i social network debbano essere vietati in toto a chi non ha i requisiti di età, e non solo a chi si espone e diventa un caso mediatico, come la 11enne che ha criticato la Ferragni. Del resto fa riflettere che una ragazza diventi la notizia del giorno solo perché ha criticato una influencer famosa e temuta da tutti, un caso che desta serie preoccupazioni sul livello dell’informazione e del giornalismo in Italia. Detto ciò, se si chiude il profilo di una 11enne – peraltro gestito dai genitori – si devono chiudere tutti i profili aperti da ragazzini senza il necessario requisito dell’età (e magari senza neppure la supervisione di un genitore), perché colpire solo la protagonista di questa vicenda fa passare l’errato messaggio che solo chi critica la Ferragni viene punito con il blocco dell’account Instagram“.

Quali sono le iniziative concrete messe in campo da Codacons per sensibilizzare sul tema dell’utilizzo dei social da parte dei minorenni? Quali le attuali interlocuzioni?
Abbiamo avviato da tempo proprio con Meta, destinataria della nostra istanza per conoscere quanti profili di minorenni abbia chiuso nell’ultimo anno, una collaborazione per realizzare webinar – che tra l’altro stanno avendo grande riscontro – volti ad illustrare i rischi dei social network per i minori, e sensibilizzare i genitori rendendoli più consapevoli dei pericoli che si celano dietro app di messaggistica e social vari. Vorremmo inoltre portare il delicato tema all’attenzione della presidente Giorgia Meloni, affinché il Governo si esponga in prima persona sull’argomento minori e social network“.

Sulla scorta della vostra esperienza, l’attuale situazione di tutela del benessere digitale dei minori qual è? Quali i maggiori rischi? E che altro c’è da mettere in campo?
Al momento ci troviamo di fronte ad una giungla dove regna l’anarchia più totale. Nessun controllo sulla reale età di chi apre un profilo social, genitori che pubblicano foto dei figli minorenni sui social network, mettendoli alla mercè di chiunque col rischio concreto che quelle stesse foto finiscano nella rete dei pedofili e siano utilizzate per fini illeciti. Come sempre le regole esistono, ma chi deve farle rispettare non lo fa, e in tale situazione chi corre i pericoli maggiori sono proprio bambini e minorenni, che non hanno gli strumenti adeguati per tutelarsi e difendersi. Basterebbe, in modo molto semplice, applicare le norme che già esistono e far intervenire le autorità competenti, per ottenere un freno all’illegalità diffusa“.

In questo momento state monitorando anche l’attività dei media (inclusi quelli digitali) in merito alla tutela dei minori, tenendo conto di quanto dovrebbe accadere nel rispetto della Carta di Treviso?
Stiamo facendo anche di più: al Codacons abbiamo un apposito dipartimento che controlla ogni giorno le pubblicità sui media e le foto che influencer e personaggi famosi pubblicano sui social, e ogni volta che riscontriamo una violazione delle norme, specie quelle a tutela dei minori e della loro privacy, presentiamo un esposto alle autorità competenti (Agcom, Polizia Postale, Garante Infanzia, ecc.) e alle stesse società che gestiscono le piattaforme. Presentiamo decine di denunce al giorno a tutela dei minori ma, a differenza del caso della 11enne a cui è stato chiuso a tempo di record il profilo, nessuno interviene per garantire la legalità“.

Capendo i buoni propositi, non c’è il rischio che assegnare un premio a una bambina per questi motivi alimenti solo una visibilità ingestibile per una ragazzina così piccola?
Ogni anno il Codacons assegna il riconoscimento ‘Amico del consumatore’ a soggetti del mondo della politica, della società civile, del giornalismo, ecc. che si sono distinti per azioni a tutela della legalità e dei cittadini. Possono avere 11 anni come 90, non è una questione di età, conta il messaggio che con le proprie azioni hanno lanciato. Basti pensare a Greta Thunberg e al suo impegno per l’ambiente che l’ha resa famosa in tutto il mondo. Ovviamente, nel caso specifico, abbiamo contattato i genitori della ragazza, affinché siano loro a decidere cosa è meglio per la figlia, consapevoli che la visibilità le è arrivata dai giornali che hanno montato il caso, non certo dal Codacons“.

Un’ultima domanda, tra il serio e il faceto: il Codacons, per i valori che porta avanti, spesso si trova in una posizione di contrasto rispetto alle azioni di molte persone di fama, ma Chiara Ferragni e Fedez sembrano essere fra i vostri “preferiti”. Immagina un incontro con loro prima o poi, un modo per stabilire una comune dialettica di confronto?
Vede, il problema è che molti pensano che il Codacons abbia una sorta di predilezione per i Ferragnez, e che si occupi continuamente di loro, ma in realtà non è così. Si tratta di due soggetti che si espongono più di chiunque altro e, quando sbagliano, finiscono nel mirino del Codacons, al pari di note compagnie telefoniche, potenti banche, grandi società energetiche, conduttori tv, ecc. Quando però si toccano Fedez e Ferragni, soggetti notoriamente allergici a qualsiasi critica e supportati da quasi tutto il mondo della stampa, giornali e mass media si scatenano, dando a tali interventi del Codacons più visibilità rispetto a tutte le altre importanti azioni che conduciamo. E proprio perché abbiamo troppe iniziative da portare avanti a tutela dei consumatori, stabilire un rapporto coi Ferragnez non rientra certo tra le nostre priorità“.

Enrico Parolisi

Giornalista, addetto stampa ed esperto di comunicazione digitale, si occupa di strategie integrate di comunicazione. Insegna giornalismo e nuovi media alla Scuola di Giornalismo dell'Università Suor Orsola Benincasa. Aspirante re dei pirati nel tempo libero.

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